Come scegliere il nome del sito: le implicazioni del nome dominio nella navigazione degli utenti

Come scegliere il nome del sito

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Di che cosa ti parlerò in questo articolo

Come scegliere il nome del sito
Rocco è uno dei miei più cari amici.
Ci conosciamo dalla prima superiore, quindi da una vita…
A Rocco piace molto fare Snowboard e quest’anno ha scelto Canazei come meta per la sua settimana bianca.

E siccome mia moglie Manuela è di Canazei le ha chiesto un paio di mesi fa se conosceva qualche grazioso Garni (un altro modo per chiamare i B&B)…

“Certo Rocco, prenota al Garni Edy, che si sta bene e poi li conosco…”

è stato il suggerimento di Manu, che Rocco ha seguito, chiamando subito la struttura per raccogliere le prime informazioni.

Prezzo, trattamento e vicinanza alla piste lo hanno convinto, così Rocco ha chiuso la telefonata con il proprietario del Garni concordando che lo avrebbe richiamato dopo qualche giorno per confermare.

E così ha fatto, passato qualche giorno e sistemati tutti gli altri dettagli per la sua settimana bianca, arriva il momento di ricontattare il Garni per confermare.

E Rocco che fa a questo punto? Quello che fa quasi chiunque…va su internet.
Apre Google e cerca: “Garni Edy”. Questa è la schermata che viene fuori (vedi sotto)

Il primo risultato (come quasi sempre accade quando si tratta di strutture ricettive) è l’annuncio sponsorizzato di Booking.com, che nel titolo cita:

“Garni Edy, Daiano – Miglior Prezzo Garantito – booking.com”

Rocco, che usa molto spesso Booking.com per le prenotazioni (come tutti noi) clicca su quel primo risultato e arriva sulla scheda del Garni.

Te la faccio breve.
Quel risultato si riferisce ad un Garni Edy che è a DAIANO, distante 42 km da Canazei. Ma è comunque in Trentino (come Canazei) è comunque un Garni di montagna (come si vede dalle foto su Booking) e se non fosse stato per una differenza di prezzo in eccesso trovata su Booking, Rocco probabilmente avrebbe prenotato NEL POSTO SBAGLIATO.

Si è “salvato” perché, chiamando per chiedere delucidazioni sulla differenza di prezzo, ha scoperto l’equivoco, evitandosi lo sbattimento infinito che gli avrebbe causato il disguido….

NOTA IMPORTANTE:
Riguarda l’immagine del risultato di Google. Ho evidenziato il sito del Garni giusto (www.garniedy.com), nei primi risultati organici, e in quarta posizione il sito del Garni di Daiano (www.garniedy.it)

Ma perché t’ho raccontato la storia di Rocco?

Molto semplice.
Perché spiegarti come scegliere il nome del tuo sito non si può non partire dal comprendere il comportamento degli utenti, e da come lo utilizzeranno per cercarti…

L’estrema importanza delle “Ricerche Brand” (e del perché devi esserci SOLO TU se cercano te)

Analizzando le fonti di traffico di un qualsiasi sito aziendale, ci si trova spesso di fronte al dato che una grossa fetta di conversioni derivano da utenti che hanno cercato su Google il nome dell’azienda, facendo quindi una “ricerca brand”.

A cosa è dovuto questo fenomeno?
Capirlo è molto semplice, ripercorrendo ad esempio le nostre abitudini di navigazione.

Quando dobbiamo comprare qualcosa tendiamo ad informarci sulle alternative che abbiamo a disposizione, le valutiamo, cerchiamo informazioni, magari troviamo nel frattempo qualche potenziale fornitore che ci colpisce particolarmente e poi, quando arriva il momento di comprare, spesso andiamo su Google CERCANDO DIRETTAMENTE il nome dell’azienda/fornitore da cui abbiamo deciso di comprare.

Oppure, per gli acquisti ricorrenti, abbiamo un nostro fornitore di fiducia al quale ci rivolgiamo tutte le volte che abbiamo finito le nostre “scorte” e dobbiamo riacquistare.

Faccio qualche esempio
– Garni Edy: Il mio amico Rocco ha “scoperto” da mia moglie (passaparola) che esisteva questo Garni che poi ha cercato direttamente su Google (facendo una ricerca brand)
– Amazon: i libri io li compro ormai quasi solo su Amazon. Quando finisco la “scorta” vado su Google, cerco Amazon e poi entro sul sito. Poi digitare direttamente l’indirizzo nel browser, senza passare da Google, ma ormai è un riflesso condizionato, quindi faccio così (e come me, forse anche tu).

Perché sono quindi così IMPORTANTI le “ricerche Brand”?
Perché come abbiamo capito, in moltissimi casi vengono usate dagli utenti quando SONO VICINI ALL’ ACQUISTO:
– Rocco aveva già deciso di PRENOTARE in quel garni,
– Io cerco Amazon su Google quando ho finito i libri da leggere e ne devo COMPRATE altri.

Questa introduzione deve farti capire quindi quanto sia ESTREMAMENTE importante non commettere ingenuità nella scelta del nome del proprio sito, per non fare la fine dei due garni Edy (che fanno un casino che la metà basta).

Come scegliere il nome del sito

Abbiamo a questo punto capito quanto siano importanti le ricerche brand per la presenza online della nostra azienda e siamo dunque di fronte al quesito principale: come chiamiamo il sito? Quale dominio scegliamo?

Ci sono essenzialmente 3 tipi di scelte che puoi fare:

  • Scegliere un dominio “keyword based” (ovvero che include parole chiave),
  • Scegliere un dominio che rispecchi la ragione sociale della tua azienda (ex. pipposrl.it),
  • Scegliere un dominio che rispecchi il BRAND che vuoi creare

Dominio “Keyword Based”
Un dominio keyword based è un dominio che include al suo interno una o più parole chiave interessanti per il business dell’azienda e che viene quindi utilizzato con l’intento di godere di un vantaggio dal punto di vista SEO.

Tecnicamente questa cosa è anche vera: benchè sia molto meno influente che in passato, avere parole chiave nel dominio porta ancora un qualche vantaggio dal punto di vista SEO per quelle specifiche parole chiave.

Ma…

…è una “tattica” che trovo del tutto SPERSONALIZZANTE, anti-brand e anche un pelino triste nel 2017.

Ti faccio qualche esempio. Io mi occupo, tra gli altri servizi, di realizzare siti web per le aziende.
Quindi se scegliessi di seguire la strada del dominio “keyword based”, dovrei registrare un dominio tipo:

www.realizzazionesitiweb.it
www.realizzazionesitiinternet.it

Ecc ecc.

Ammazza che tristezza fijo mio…
Ma a prescindere dal gusto personale, ci sono probabilmente problemi riguardo alle ricerche brand: se uso un dominio di questo tipo, e per assurdo riesco a far si che qualcuno voglia cercarmi su Google perché vuole comprare da me, poi mi trova?

Mmmmm…ne dubito fortemente.


Dominio con la ragione sociale dell’azienda
La seconda opzione che hai a disposizione è quella di chiamare il sito con la ragione sociale dell’azienda, e quindi ad esempio www.pipposrl.it

L’idea potrebbe non essere del tutto sbagliata, se non fosse che in Italia diamo dei nomi ORRIBILI alle nostre aziende.

Ma lasciando perdere “l’orribile” che per qualcuno potrebbe essere un discorso soggettivo, c’è un altro grosso problema nelle ragioni sociali italiane: spesso sono TUTTE UGUALI.

Faccio prima a spiegarti con un esempio.
Diciamo che decidi di aprire un’azienda di lavorazioni meccaniche e la chiami “Tecnomec srl”.

Ora pensa al discorso sulle ricerche brand fatto prima.

Ora andiamo su Google e cerchiamo “tecnomec” (clicca sul nome)

Hai visto il risultato?
Ci sono 10 AZIENDE DIVERSE nella prima pagina di Google, e anche la seconda pagina di Google è piena di altre aziende che si chiamano Tecnomec.

Un trionfo di originalità. Ma secondo te, se uno cerca una delle Tecnomec presenti in seconda pagina ci si fa una bella figura?

Ed oltre alla bella figura, potremmo scommettere che in alcuni settori questo problema non comporti la PERDITA DI CLIENTI?
Secondo me qualcuno lo perdi se sei messo così…


Dominio con un Brand
La terza ed ultima possibilità che abbiamo per scegliere che tipo di nome (dominio) usare per il nostro sito si riferisce alla possibilità di creare un brand.

“[…] Qualche volta nelle nuove campagne si presenta la questione del nome. Questo può essere la cosa più importante. Spesso il nome giusto è un annuncio pubblicitario di per se stesso.

Potrebbe raccontare chiaramente una storia completa, come nel caso di Shredded Wheat (Frumento tritato), Cream of wheat (Crema di frumento), Puffed Rice (Riso scoppiato), Spreamint Gum (Gomma di menta) e Palmolive Soap.

Questo sistema può comportare un grande vantaggio.
Il nome è normalmente esposto in modo considerevole.

Molte volte un nome ha dimostrato di essere il più grande fattore di successo di un articolo.

Altri nomi hanno dimostrato di essere un netto svantaggio – Fiocchi di granoturco tostati, per esempio. Il mercato sviluppato da questi nomi finisce con l’essere suddiviso tra troppi altri produttori oltre a quello che lo ha creato.

Molti nomi che sono stati coniati senza avere un significato hanno avuto successo. Kodak, Karo, Mazda, ecc…sono degli esempi. Essi sono esclusivi. L’inserzionista che da loro un particolare significato non è poi costretto a dividere il suo vantaggio. […]”

[Cit. Claude Hopkins, “Scientific Advertising”, Cap. 12]

Quello incollato sopra è un estratto di “Scientific Advertising” di Claude Hopkins (che ti consiglio di leggere), uno dei più grandi pubblicitari statunitensi dei primi del ‘900.

Ci spiega quanto il nome del Brand possa essere importante per il successo della comunicazione di un’azienda.

E invita inoltre a cercare di creare nomi UNICI che siano difficilmente “imitabili” dai concorrenti. Su questo punto ti invito a riflettere attentamente. Quando si pensa alla creazione di un nome per un brand, spesso si è tentati di utilizzare termini generici che rimandino al risultato che il prodotto/servizio venduto porta ai propri clienti.

Ti faccio due esempi:
FotoIstantanee.com (nel caso di una macchina fotografica che stampa immediatamente le foto),
NastroColla.it (nel caso di un nastro adesivo)

Il pregio di questi due domini di esempio citati risiede nel fatto che GIA’ parlano dell’azienda e del prodotto. Il GROSSO difetto che hanno è che però sono molto facilmente copiabili dai concorrenti:

FotoAlVolo.com, FotoVeloci.it sono due esempi di come si può imitare il primo nome,
NastroAdesivo.com, IncollaColNastro.it, NastroAttacca.com sono esempio di come si può imitare il secondo.

E nel momento in cui ci si trova con 2/3/4 concorrenti che ti copiano, non è il massimo della vita.

Se invece chiami il tuo sito (e il tuo Brand)
Scotch, per il nastro adesivo,
Polaroid per le foto istantanee…

Hai creato dei brand UNICI quasi INIMITABILI dalla concorrenza e che non ti porteranno alcun problema di riconoscibilità online.

Attenzione:
Creare un brand NON è assolutamente una cosa facile, nè un servizio di cui io mi occupo per i miei clienti. Tuttavia, parlando di quale nome scegliere per il sito e di intercettazione delle ricerche brand non è un argomento che si può tralasciare, lo capirai bene.

Come scegliere il dominio: le caratteristiche che deve avere

A questo punto cerchiamo di arrivare al punto? Come scelgo il nome del sito? Quali caratteristiche deve rispettare il dominio scelto?

Per risponderti ho preparato un elenco di 4 caratteristiche principali. Eccole qua:

1) Brandizzabile
Mi ricollego al punto appena trattato: scegli un dominio che sia “brandizzabile” sul quale appunto potrai costruire il tuo brand. Evita se possibile parole generiche facilmente imitabili e cerca di scegliere un nome UNICO e che nel tempo ti indentificherà in maniera inequivocabile.
Non è affatto semplice, ma devi sforzarti di riuscirci.

2) Facile da pronunciare (e da ricordare)
Scegli un dominio che sia facile da pronunciare.
Capiterà spesso a te e ai tuoi collaboratori di dover dettare al telefono l’indirizzo del tuo sito: se lo scegli dalla pronuncia difficile non farai altro che renderne difficile la “diffusione”.
Evita anche l’uso dei trattini, che complicano la facilità di pronuncia. Fai attenzione a questo punto: se scegli un dominio facile da pronunciare sarà anche più facile da ricordare.

3) Unico: hai già cercato su Google?
Questo è forse il punto più importante. Quando ti sembra di aver trovato un dominio “giusto” cerca su Google e controlla: ci sono altre aziende che hanno già usato quel nome?

Il rischio da evitare ASSOLUTAMENTE è quello di scegliere un nome di dominio già utilizzato da altre aziende, altrimenti rischi di fare la fine delle Tecno Mec: 20 aziende con lo stesso nome e quindi senza nessuna personalità e con una difficoltà enorme di essere trovate dai clienti che le cercano.

E se fai la prova e trovi altre aziende con il nome che avevi scelto?
Cambialo! Adesso fai in tempo.

4) Estensioni del dominio .it e .com
Registra le estensioni .it e .com. Non impazzire con le altre. Esistono decine di estensioni diverse e qualche azienda si preoccupa di registrare tutte le estensioni possibili.

Io ti sconsiglio quest’approccio, anche perché di estensioni di dominio ne escono continuamente di nuove e difficilmente riusciresti ad occuparle tutte. Lascia perdere, anche perché butteresti un pacco di soldi.

E tornando al punto 1), se crei il tuo Brand, molto meglio tutelarsi registrando il marchio.  😉

Un paio di strumenti utili per la scelta del dominio

Esistono diversi strumenti gratuiti online che aiutano nella scelta dei domini. Te ne segnalo due, che potranno aiutarti in caso di scarsità di idee.

1) Business Name Generator di Shopify
Questo semplicissimo tool ti permette di avere immediatamente con un click una vasta panoramica di domini disponibili generati dalla parola chiave (che può essere composta anche da uno o più termini) che inserisci nel campo di ricerca.

Questo tool (come tanti altri simili) ha un paio di difetti:
– Si riferisce a domini in lingua inglese,
– Basa tutti i suoi risultati sulla TUA IDEA INIZIALE di nome. Quindi se la tua idea iniziale fa schifo, le idee suggerite dallo strumento non potranno essere capolavori.

2) Wordoid
Quest’altro strumento è un pelino più interessante perché permette di selezionare anche l’italiano come lingua nella quale generare i risultati e soprattutto perché mette più “fantasia” nei risultati stessi, creando nuove “parole” partendo da quella che gli dai tu.

Funziona così.  Ti colleghi e nella colonna di sinistra scegli:
– la lingua,
– la qualità del risultato (lascialo impostato su “High”),
– il pattern, ovvero se vuoi che la parola che inserisci sia inserita all’inizio del dominio suggerito, o alla fine o che semplicemente sia contenuta (scegli tu la soluzione preferita),
– la lunghezza del dominio (puoi scegliere da 5 a 15 caratteri).

Quando hai finito torni su nella colonna e clicchi sul tastino blu “Create Wordoids” e voilà, lo strumento ti partorisce decine di combinazioni create in base ai parametri che hai impostato.

Lo strumento è carino, magari ti porta qualche buona idea. ?

Dopo aver scelto il dominio, monopolizza la Branded Serp

Bene, siamo al punto che hai registrato il dominio ed hai messo online il tuo sito. Adesso devi ricordarti di dominare la tua “Branded Serp”.

No, non è una supercazzola, ti spiego cosa significa Branded Serp.

Serp è l’acronimo di Search Engine Response Page, ovvero “pagina di risposta del motore di ricerca”, quindi la pagina dei risultati di Google.

Branded sta per brandizzata, ovvero relativa a un marchio. Quindi Branded Serp significa pagina dei risultati di Google ad una ricerca di un brand.

Devi monipolizzare la tua Branded Serp. Quando la gente cerca te, su Google devi esserci SOLO tu, in modo che non ti sfugga nessuno. Ecco come puoi farlo.

1) Ovviamente devi avere un sito/blog tuo che possibilmente devi tenere aggiornato.

2) Poi crea le tue presenze Social:
– Crea la pagina Facebook aziendale,
– Crea la pagina Linkedin,
– Crea il profilo aziendale di Google Plus,
– Crea la scheda Tripadvisor se sei un ristorante o un albergo,
– Crea il tuo canale di Youtube,
– Valuta la creazione di tutti gli altri social del caso.

Chiama tutte le tue presenze SEMPRE con lo stesso nome, quello del tuo brand, quello per cui ti conoscono i tuoi clienti. E se crei le presenze social, tienile aggiornate nutrendole di contenuti.

3) Crea i tuoi posizionamenti “indiretti”:
per posizionamenti indiretti di intende quei posizionamenti che NON controlli direttamente perché presenti su siti esterni.

In molti casi questi posizionamenti sono IMPORTANTI perché parlano di te e della tua azienda per voce di altri: appaiono quindi meno autoreferenziali.

Esempi di posizionamenti indiretti sono:
– Articoli sulla tua azienda su riviste online di settore,
– Post di blog settoriali che parlano della tua azienda,
– Articoli sulla tua azienda pubblicati sui siti dei giornali locali (che spesso fanno questo servizio a pagamento)

In questo modo, coltivando tutte le tue presenze online, devi arrivare al risultato che quando qualcuno cerca la tua azienda, trova su Google SOLO la tua azienda: in questo modo non ti scappa! 😉

Mi raccomando pensa a TUTTE le “Branded Keywords”

L’ultimo errore che devi evitare di commettere è quello di pensare che come unica Branded Keyword gli utenti cerchino il tuo nome: NON è affatto così.

Infatti ognuno di noi effettua numerose ricerche Brand, per cercare le informazioni più diverse, come ad esempio:

“Tuo Brand” prodotti
“Tuo Brand” pdf
“Tuo Brand” youtube
“Tuo Brand” facebook
“Tuo Brand” corso
“Tuo Brand” recensioni
“Tuo Brand” video
“Tuo Brand” telefono
“Tuo Brand” linkedin
“Tuo Brand” prezzo
“Tuo Brand” contatti
“Tuo Brand” opinioni
Ecc ecc

Devi quindi verificare quali sono tutte le branded keyowrds usate dagli utenti per informarsi sulla tua azienda e verificare di conseguenza quali sono i risultati sulle Serp (le pagine dei risultati di Google) per capire come e dove intervenire per presidiare quelle ricerche.

Puoi verificare quali “branded keyowrds” vengono usate agli utenti in due modi:

1) Keyword Shitter: 
Questo tool gratuito ti permette di esportare tutte le parole chiave correlate a quelle che inserisci nel campo di ricerca.

Nello specifico, lo strumento estrapola i dati da Google, suggerendoti quindi keywords che, in qualche modo e in qualche misura, sono state usate dagli utenti.In base a questo quindi, inserendo il tuo brand nel campo di ricerca e cliccando su “Start Job”, Keyword shitter tirerà fuori tutte le varianti di “branded keyword” usate dagli utenti e con le quali potrai fare le tue considerazioni nonché creare nuovi contenuti dedicati.

Attenzione: Se hai una piccola azienda, è normalissimo che lo strumento non ti suggerisca keyword correlate al tuo brand, perché ancora troppo piccolo e quindi poco conosciuto.

In questo caso puoi usare il brand di un tuo concorrente più famoso e, analizzando le sue “branded keyword”, puoi ipotizzare che prima o poi gli utenti le userannno anche per cercare il tuo brand e in questo modo puoi portarti avanti col lavoro.

2) Adwords: attiva un piccola campagna Brand
Il secondo modo col quale “scovare” le ricerche sul tuo brand fatte dagli utenti è l’attivazione di una piccola campagna di Google Adwords.

E sicuramente lo strumento più efficace a questo scopo e, per una piccola azienda, è ipotizzabile che una piccola spesa di € 50/100 sia già sufficiente a raccogliere informazioni dettagliate circa le “branded keyowrds” usate dai tuoi clienti e potenziali clienti.


Siamo arrivati alla fine…è stato lungo e spero ti sia piaciuto. Ho cercato di dire tutto quello che so riguardo alla scelta del nome del sito, che seppur possa sembrare un’operazione semplice, come hai visto ha in realtà implicazioni importanti che vanno assolutamente tenute in considerazione.

Grazie di averlo letto tutto!
Al prossimo post ?

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8 risposte

  1. Grande Articolo! Ero quasi convinto che dovevo cambiare il nome del mio e-commerce ma forse meglio se lascio così com’è. Il fatto di essere UNICO è un gran vantaggio, è vero. Caspita quanto lavoro che c’è da fare però 🙂 Grazie per queste perle! Sembra quasi un post fatto su misura per me 😀

  2. Questo articolo casca proprio a “fagiolo” visto che devo partire con un nuovo brand. Interessantissimo come tutti i tuoi articoli.

  3. Ottimo articolo Gianpaolo. Chiarissimo e utile quanto una lezione in aula.

    Grazie per queste risorse che metti a disposizione.

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